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In questa guida spieghiamo come scegliere i bonsai da interno e vediamo quali sono i migliori prodotti disponibili sul mercato con i relativi prezzi.
Il bonsai, arte antica e magica, ci regala suggestioni d’oriente evocando giardini, cascate e dirupi, e conducendoci in un mondo dove l’armonia trova espressione nel rapporto, seppur mediato, tra uomo e natura.
Origine
Il bonsai è una sorta di albero in miniatura, educato secondo particolari tecniche di coltivazione e la cui cultura e storia è connessa a specifici valori artistici, estetici e religiosi. Bonsai significa letteralmente “albero in vaso” (pun è il vaso, sai l’albero, ma secondo una lettura diversa vuol dire “coltivare”).
Ovviamente, siccome si tratta di due ideogrammi, il significato non è così rigido e poco articolato. Non ogni pianta in vaso, infatti, sarà un bonsai. L’ideogramma è infinitamente ricco, ed in esso convivono alcuni particolari elementi. Tra questi i simboli dell’albero, del terreno e del vassoio che, combinati, suggeriscono l’immagine di una pianta coltivata in maniera singolare, “lavorata” dalla mano umana con eleganza.
Ecco che dunque con Bonsai ci si vorrà riferire a una pianta “ammaestrata” con grazia dall’uomo e di dimensioni molto ridotte, riproducendo un albero in miniatura. Il bonsai è originario della Cina ed i suoi inizi si perdono nella leggenda. Si sa di certo, comunque, che i primi utilizzi di piante in vaso sono da attribuire ai cinesi, come testimoniano alcuni documenti. Tutte le prime testimonianze sul bonsai consistono in stampe e dipinti, a causa dell’inclinazione all’oralità della cultura cinese del tempo Il bonsai entra in Giappone soltanto nell’epoca di Kamakura, anche grazie ai monaci zen che ne utilizzavano per simboleggiare e spiegare concetti della filosofia buddhista.
Diviene prerogativa dell’aristocrazia ed ornamento di ricchi e splendidi giardini. In Europa lo vediamo comparire soltanto nel 1878 a Parigi, mentre i primi libri a tema compaiono dopo qualche decennio. Il vero boom del bonsai in Europa sarà tuttavia dopo la Seconda Guerra Mondiale, sulla scia dei frequenti contatti con i giapponesi. Oggi il bonsai è definitivamente radicato nella nostra cultura pur conservando una particolare aura magica e restando simbolo vivo di una cultura e di una mentalità tipicamente orientale.
Stili
Un bonsai ricalca le forme naturali dell’albero, e vuole suggerire il senso del tempo che trascorre, la spazialità del contesto naturale, l’essenza del mutamento e dell’equilibrio. Solo l’esperienza insegna come trattare ed educare adeguatamente un bonsai. Nel bonsai va stabilito anzitutto qual’è il fronte, e il lavoro di “educazione” si svolge a partire da tale deliberazione. L’altezza può variare dai 7 ai 120 cm circa, ed è relativa alla misura della pianta dall’apice fino al bordo del contenitore. L’aspetto della pianta dovrà ricalcare quello di un albero in miniatura, produrre dunque un effetto di forte realismo, magari con l’ausilio di decorazioni o elementi che contribuiscano a simulare un albero vero nel suo ambiente (sassolini, decorazioni del vaso, erba, ecc).
L’arte del bonsai conosce una serie di stili principali, dove per stile si intende la forma che si può conferire a una pianta nel suo trattamento, e che vuole riprodurre configurazioni naturali modellate dagli agenti atmosferici e dal tempo. Lo stile MOYOGI è lo stile eretto classico, e riproduce fedelmente l’aspetto di molti alberi in natura, con i rami alternati che si riducono salendo verso l’apice. Lo stile CHOKKAN è invece lo stile eretto formale, costruito su un tronco solo con i rami orizzontali rispetto al terreno, tipico delle conifere e basato su proporzioni fisse. Lo stile SHAKAN è quello inclinato o obliquo, e riproduce una sorta di “effetto vento” inclinando la pianta. Lo stile KENGAI o a cascata è uno dei più spettacolari e difficili da realizzare, con il tronco che, piegandosi su se stesso dopo il nebari (zona delle radici visibili), si dirige verso il basso scendendo al di sotto del vaso.
In quello HAN-KENGAI o a semicascata, invece, il tronco non va oltre il vaso. Per il Kengai si usano solitamente vasi alti o collocati in posizioni tali da rendere agevole la “cascata”. Abbiamo inoltre lo stile ISHITSUKI, ovvero su roccia, nel quale l’albero cresce ancorato ad una roccia, il BUNJINGI o stile litterati, dove l’albero presenta chioma solo sull’estremità superiore, gli stili a tronco doppio, triplo o multiplo, come il SOKAN, o quello a boschetto, detto YOSE-UE e che vuole ricreare una piccola formazione boscosa naturale. Ovviamente gli stili non si esauriscono qui, e le varianti e le operazioni possibili sono spesso lasciate alla discrezione e all’abilità del curatore. Per ogni essenza (=specie), comunque, alcuni stili si prestano più di altri ad esser utilizzati.
Come Ottenerlo
Esiste più di un metodo per ottenere un bonsai. Ciascuno di essi richiede procedure specifiche, una cura particolare dei terreni e delle stagioni in cui operare e ovvie precauzioni per consentire alla pianta di svilupparsi. Possiamo acquistare un bonsai in un vivaio specializzato, oppure decidere di crearne uno controllando al meglio gli aspetti del suo sviluppo, il che potrà garantirci maggiore soddisfazione nonostante le prevedibili difficoltà. Il metodo più noto è l’ottenimento dal seme, con semina in tarda estate o in primavera in un terreno composto da sabbia, torba e terriccio.
Ci vorranno diversi anni per ottenere risultati tangibili, ma si controllerà lo sviluppo della pianta fin dalle prime fasi, potendo così educarla gradualmente e in una direzione specifica. Si può creare un bonsai anche da una talea, ovvero una parte di pianta asportata, ad esempio una foglia o un ramo, interrata al fine di farne spuntare radici. Si agisce a metà estate, sfruttando il calore che serve alle talee per radicare. Abbiamo talee da fusto (da germoglio, legnose o semilegnose), da foglia o da radici. Il terzo metodo suggerito è la margotta, e consente di ricavare velocemente un bonsai agendo su un ramo già formato di una pianta da noi selezionata. Si agisce in primavera, utilizzando terra o torba e facendo il modo che il ramo prescelto, preferibilmente dalla forma di pianta adulta, possa sviluppare delle radici, dopo esser stato avvolto da una sorta di sacco di polietilene imbottito di sfagno.
Il ramo andrà preliminarmente scorticato alla radice e trattato con ormoni radicanti. Una volta spuntate le radici, si attenderà un loro sufficiente sviluppo per tagliarlo e piantarlo in altra sede. Altri metodi per ottenere un bonsai sono l’innesto, praticato nel rispetto delle stagioni e della compatibilità tra le specie, e la raccolta di piante in natura, individuando soggetti dalle foglie piccole e dall’aspetto bonsai.
Potatura
Curare un bonsai implica un diverso approccio rispetto al semplice prendersi cura di una pianta. Insegna il rispetto dei tempi, l’ascolto dei cicli della pianta e della natura. Insegna a prestare attenzione ai segnali che la pianta ci invia, che ogni effetto ha una propria causa, e nulla si produce per caso. E insegna soprattutto che i cambiamenti, quelli duraturi e visibili, richiedono tempo e costanza. Per curare al meglio il nostro bonsai, è opportuno adottare una serie di strumenti e precauzioni che, pur variando di essenza in essenza, ci consentano una corretta “lavorazione” della pianta. Le operazioni principali da compiere su un bonsai sono, oltre all’annaffiatura, la concimazione, la potatura, l’eventuale “educazione” della pianta, e la cura di parassiti e/o malattie.
La potatura è essenziale per gestire dimensione, quantità e qualità delle foglie e dei rami. Il trattamento di potatura andrà eseguito individualmente a seconda delle esigenze della pianta e dello stile che si prevede di ottenere. Può esser richiesto, per raggiungere una forma desiderata, di procedere a potature radicali per consentire lo sviluppo di nuovi rami da educare successivamente. Si opera con strumenti specifici, come pinze e forbici da bonsai che è preferibile procurarsi in un centro specializzato. La potatura può esser svolta per produrre nuovi rami, educare la pianta ad una nuova forma o semplicemente infoltire la chioma aumentando le foglie (favorendone dunque la nascita grazie ad una precedente defogliazione).
Esistono poi tecniche specifiche per ingrossare un tronco o creare uno jinning, il classico effetto scorticato che simula l’azione del tempo o di un fulmine. L’applicazione di un filo metallico, preferibilmente di alluminio, viene utilizzata per gestire direzione e curvatura dei rami, stando attenti a non danneggiare la pianta e attendendo i tempi opportuni, spesso molto lunghi. Ora vediamo nello specifico, analizzando un’essenza, le altre operazioni che è possibile compiere su un bonsai…
Tipi
Le varietà di piante da bonsai sono numerose. E’ possibile creare un bonsai a partire da differenti specie arboree, ma alcune si prestano più di altre ai trattamenti su descritti. Per il neofita è consigliato acquistare essenze meno delicate, per non subire delusioni e per guadagnare quell’ esperienza necessaria poi per maneggiare piante più sensibili. Prima di acquistare un bonsai, sarà inoltre opportuno valutare se possiamo ricreare le condizioni ambientali necessarie ad ospitare la pianta, e dotarci dell’attrezzatura adatta per curarla, rivolgendoci a negozi e vivai specializzati e chiedendo dove possibile indicazioni e suggerimenti. Tra le essenze più note e “convertibili” in bonsai vi sono l’acero, la betulla, il faggio, il pino, l’acero, l’albicocco giapponese, il cedro del libano, il cipresso, il ginepro, l’olivo e molte altre.
L’essenza per antonomasia, quella più resistente e in grado di adattarsi facilmente al nostro clima, è il ficus, nelle sue numerose varianti del ficus rectusa, ficus benjamina, ficus formosanum, ficus panda, ficus carica. Il ficus è una pianta nota all’occidente ed all’oriente da svariati secoli, utilizzata per i suoi frutti, per il lattice, per la gomma. La versione bonsai è particolarmente adatta agli interni, anche se richiede comunque una discreta umidità, e non ama temperature troppo basse. I ficus si sposano bene con gli stili moyogi, kengai, su roccia e a boschetto, e si riconoscono dalle tipiche foglioline coriacee e lanceolate, a parte il ficus carica che presenta le classiche foglie ampie e palmate della nostra pianta di fico.
Come per tutti i bonsai, i ficus hanno le loro regole di trattamento, e possono esser soggetti a malattie. Per il ficus, come per qualsiasi altra essenza, conviene acquistare appositi manuali o consultare siti che elenchino la varietà dei sintomi di malessere della pianta con relative cure consigliate. Queste possono consistere nella concimazione, nella maggiore o minore applicazione d’acqua, nella vaporizzazione o nell’applicazione di prodotti anti-parassitari. Il ficus necessita di frequenti potature e pinzature per gestire le chiome, va concimato a intervalli di 15-20 giorni per circa 8 mesi l’anno e piantato in terreno soffice. Il rinvaso è consigliato poco prima del periodo vegetativo.
Attrezzature
L’attrezzatura del bonsaista è semplice e varia. Gli strumenti essenziali sono le forbici per rami, per rametti, per radici e defogliatrici; il seghetto, un pinza-paletta, un pinza-jinning, un morsetto per la modellazione di tronco o rami, il tronchesino a lame dritte, utilizzato per rami più resistenti, un tronchesino sferico e uno a lame concave, filo metallico. Inoltre si acquisteranno strumenti per l’annaffiatura come l’annaffiatoio, uno spruzzino per nebulizzare le foglie, rastrello, retina e setacci per operare sui substrati. L’attrezzatura va regolarmente disinfettata con del solfato di rame o disinfettanti appositi.
I vasi, invece, vanno acquistati tra quelli specifici per bonsai. La loro lunghezza dovrà essere i 2/3 dell’altezza della pianta, la profondità corrisponderà al diametro del tronco. Il materiale dei vasi sarà il cotto o la porcellana, stando magari attenti alla scelta del giusto colore. Le forme del contenitore andranno abbinate agli stili che si pensa di ottenere dalla pianta: ad esempio per uno stile Han-kengai si consiglia una forma quadrata profonda o rotonda profonda. In commercio si trovano anche vasi giapponesi dotati di piedini per far defluire l’acqua e circolare l’aria. Infine, acquisteremo concimi per bonsai o antiparassitari dove la pianta e il suo stato lo richiedono. Per quanto riguarda i terreni, nel caso in cui volessimo operare un rinvaso od ottenere un bonsai, possiamo disporre di una vasta gamma di prodotti cercando sempre di rispettare le esigenze della pianta e preoccupandoci dunque di consultare guide o specialisti.
Tra i terreni in commercio vi sono la sabbia, la pozzolana, la ghiaia, l’akadama fine o grossa, il kanuma. Quasi sempre il terreno di posa di un bonsai si ottiene da una miscela o dall’equilibrio di due o più terreni. Si è soliti disporre a fondo vaso uno strato sottile di ghiaia fine per facilitare il mantenimento dell’umidità radicale della pianta. Per il neofita entrare nell’universo bonsai può voler dire visitare negozi specializzati o siti internet appositi, curiosando tra le sezioni e ricavando utili informazioni.
Bonsai da Interno più Venduti
Per concludere proponiamo una lista dei bonsai da interno più venduti online in questo momento con il relativo prezzo.
Cliccando sui diversi prodotti che si trovano nella lista viene aperta una nuova pagina nella quale è possibile leggere le opinioni e le recensioni dei clienti che li hanno provati.