L’illuminazione è una branca della tecnica che si occupa di tutti i complessi problemi relativi all’illuminazione degli interni. In questa guida vi illustreremo come illuminare al meglio gli ambienti della vostra casa.
Come illuminare gli ambienti della nostra casa
L’illuminazione può essere effettuata con luce diurna o con luce artificiale. L’illuminazione con luce diurna riguarda soprattutto i progettisti di fabbricati; il numero e le dimensioni delle finestre di un edificio dipendono dal grado di illuminamento che si intende ottenere. L’illuminazione degli ambienti di lavoro
-nei grandi laboratori le lampade debbono essere collocate ad altezza sufficiente per assicurare una distribuzione uniforme della luce in ogni posto dì lavoro;
-in un posto di lavoro l’occhio dell’operatore non deve essere colpito dalla luce diretta ne da quella riflessa;
-errata illuminazione di un posto di lavoro per errata disposizione della lampada.
L’ambiente e l’illuminazione che, nello stesso istante, assumerebbe una superficie esposta all’aperto a cielo sereno e con l’orizzonte libero. Per case di abitazione, alberghi, uffici, scuole, ecc. l’illuminazione diurna deve ritenersi: insufficiente in quegli ambienti dove il coefficiente medio d’illuminazione diurna sia 0,003; discreta quando sia compreso fra 0,005 e 0,01; buona quando sia > 0,01; ottima quando risulti > 0,03. Nell’illuminazione artificiale intervengono diversi fattori (natura dell’ambiente, caratteristiche del lampadario, colore del soffitto e delle pareti, ecc.) che, se opportunamente vagliati, consentono di ottenere una buona installazione luminosa. I sistemi di illuminazione si possono suddividere in illuminazione diretta, semi-diretta, indiretta.
Tipologie di impianti
L’illuminazione diretta si ha quando la sorgente luminosa illumina direttamente gli oggetti contenuti in un ambiente senza prima diffondersi sulle pareti o sul soffitto dell’ambiente stesso; viene realizzata con riflettori o altri sistemi diffondenti. L’illuminazione semi-diretta si ottiene con dispositivi (schermi semitrasparenti) che realizzano contemporaneamente sia l’illuminazione diretta che quella indiretta; poiché, nell’illuminazione semi-diretta si impiegano sorgenti luminose intense, è necessario provvedere ad evitare l’abbagliamento dislocando le sorgenti luminose a notevole altezza dal suolo.
L’illuminazione indiretta viene ottenuta inviando il flusso prodotto dalle sorgenti luminose mediante adatti schermi sulle pareti e sul soffitto dell’ambiente in modo che gli oggetti vengano illuminati per diffusione. Illuminazione media di una superficie o di un complesso di superfici è il rapporto tra il flusso luminoso totale che investe la superficie e l’area di questa; l’illuminazione media si intende misurata convenzionalmente, salvo casi speciali, sul piano di lavoro (piano orizzontale alto a seconda dei casi da 0,80 a 1,20 m dal pavimento), ma in molti tipi di ambienti (stanze d’abitazione, ambienti di ritrovo, negozi, ecc.) essa deve ottenersi su tutte le pareti che delimitano l’ambiente stesso.
Consigli
I ritmi biologici dell’uomo, in natura, sono scanditi dal ciclo giorno-notte, luce-buio. Evidente, dunque, il ruolo determinante che la luc, e quindi l’illuminazione, ha sul nostro umore, sul nostro benessere, sul nostro equilibrio psichico. La luce naturale cambia continuamente di intensità, di colore, di tono e queste variazioni contribuiscono a mantenere reattivo e in buona salute l’organismo; l’illuminazione artificiale, perciò, deve riprodurre, per quanto possibile, queste caratteristiche.
Spesso, invece, la nostra idea di illumuiazione è un lampadario che pende al centro della stanza e che produce risultati immutabili, statici, privi di attrattive. È opportuno invece aggiungere altre fonti luminose a quella centrale del lampadario, per creare atmosfere articolate e più stimolanti. In linea generale l’illuminazione diretta (quella in cui si vede la fonte di luce) è sconsigliabile, perché attira l’attenzione e “ferisce” gli occhi.
Può essere usata il locali come la cucina, lo studio, le scale, la stanza degli hobby. Altrove meglio l’illuminazione indiretta, tenendo presente che le lampade a spettro completo, quelle che più si avvicinano alla luce naturale, emettono livelli di raggi ultravioletti superiori rispetto alle altre lampade in commercio: non va mai asportata, quindi, la protezione di vetro che filtra i raggi UV senza diminuire l’intensità della luce. La posizione dei punti luce, i colori della luce emessa, in relazione con quelli dell’ambiente, l’uso cui è destinato ogni locale, i gusti e le preferenze di ciascuno determinano l’illuminazione ideale. L’unica è procedere per tentativi. I tentativi stessi, con le variazioni che comportano, sono del resto, come abbiamo visto, un fatto di per sé positivo.
Tipologie Lampadine
Tra gli oggetti di uso quotidiano che facilitano la nostra vita, la lampadina ricopre certamente un ruolo da protagonista. Le versioni “primitive” della lampadina, ovvero le lampade a fiamma, vengono usate ai giorni nostri soltanto in rare occasioni, come ad esempio le segnalazioni d’emergenza. Tra gli esemplari di questo particolare genere vi sono quelle a combustibile liquido (petrolio, olio), solido (fiaccole, torce) e gassoso (GPL). La moderna concezione della lampadina, intesa come dispositivo elettrico atto alla produzione di luce, trae le proprie origini nel XIX secolo, periodo durante il quale Thomas Alva Edison – coadiuvato da Joseph Wilson Swan – brevetta la famosa lampadina a incandescenza.
La scoperta fatta dall’inventore americano, poi migliorata nel corso degli anni dal genio di uomini quali Nikola Tesla e Georges Claude, contribuì in maniera decisiva alla diffusione su scala mondiale dell’illuminazione elettrica. Tra le versioni più moderne trovano sicuramente spazio le lampade al neon, a luminescenza, a fluorescenza ed i cosiddetti LED. Le caratteristiche delle lampadine appartenenti ad una medesima tipologia sono determinate dai due principali parametri di classificazione, ossia la tensione e la potenza, rispettivamente misurate in Volt (V) e Watt (W). Negli ultimi anni ha avuto un’ampia eco il dibattito relativo all’efficienza delle lampadine tradizionali, che – a fronte di studi scientifici – sono risultate qualitativamente e quantitativamente inferiori alle più evolute lampade a risparmio energetico (a fluorescenza).
Il confronto tra le due è alquanto impietoso, basti osservare il risparmio energetico che si aggira attorno al 80% e la durata che risulta 10 volte superiore. Ciò che spesso induce in errore i consumatori meno attenti facendo loro preferire l’acquisto di una lampadina tradizionale è la differenza di prezzo, la quale tuttavia viene annullata dal risparmio in bolletta e dalla lunga vita del modello a basso consumo. Per effettuare le proprie compere è possibile rivolgersi, oltre che ai punti vendita specializzati, ai negozi di elettrodomestici e di elettronica, nonché ai supermercati ed agli ipermercati, senza tralasciare le possibilità offerte dagli operatori e-commerce. Sono sufficienti pochi centesimi per portare a casa una lampadina tradizionale, mentre occorrono alcuni euro per assicurarsi un esemplare a risparmio energetico. I più esigenti possono addirittura arrivare a spendere decine di euro per aggiudicarsi le lampadine a prestazioni più elevate. Dal punto di vista dei produttori il panorama è assai vasto, pertanto è possibile scegliere tra la vasta gamma offerta da marchi assai noti, quali ad esempio Philips e General Electric, oppure orientarsi verso nomi meno conosciuti come Sylvania e Megaman.
Presa Telecomandata
Lo sviluppo di nuove tecnologie, oltre ai sistemi ad esse collegati, ha causato l’introduzione sul mercato mondiale di apparecchiature sempre più sofisticate e all’avanguardia, che hanno reso più agevole l’espletamento di numerose operazioni. Tra queste un’importanza crescente è assunta dalla cosiddetta presa telecomandata.
Si tratta di un congegno assai facile da utilizzare che consente l’accensione e lo spegnimento a distanza – attraverso un telecomando ad hoc – di apparecchi elettrici collegati, mediante un apposito ricevitore, alla presa di corrente. In commercio ne esistono diverse varianti che pur garantendo la medesima finalità offrono prestazioni diversificate. Le principali differenze che possono essere evidenziate riguardano il numero di canali programmabili (responsabile della quantità delle apparecchiature gestibili per mezzo di un unico telecomando), la tipologia del segnale (onde radio o infrarossi) e la portata dello stesso (10 m, 20 m, 30 m…). Tanto più è elevato il primo dei suddetti indicatori e maggiori sono i dispositivi che possono essere controllati praticamente in contemporanea.
Solitamente una presa telecomandata di buona fattura consente di gestirne almeno quattro. Il secondo parametro, invece, segnala la modalità attraverso la quale il segnale emesso dal telecomando si propaga verso il ricevitore, pertanto è utile sottolineare che le onde radio risultano maggiormente efficaci in quanto non risentono della presenza di corpi situati tra i due apparecchi. L’altro indicatore legato all’efficienza del segnale è la portata, che indica la distanza che esso è in grado di coprire in campo aperto e chiuso. E’ evidente che nel primo caso, data l’assenza di ostacoli, l’intervallo è maggiore, mentre nel secondo è minore.
Il complesso delle caratteristiche della presa telecomandata contribuisce a farne un oggetto assai utile per i disabili e gli anziani con difficoltà motorie, nonché una gradita comodità per tutti gli altri soggetti. I prezzi non sono proibitivi: si parte mediamente da un minimo di 15 € per raggiungere cifre anche superiori ai 50 €. I negozi maggiormente indicati dove poterne acquistare un modello scegliendolo tra una gamma assai vasta sono quelli di elettronica.